
Ci sono formaggi che si sciolgono, altri che si fondono… e poi c’è lui: il formaggio che prende fuoco!
Direttamente dal cuore della tradizione greca, arriva il Saganaki, una specialità che unisce gusto, teatralità e tanta, tanta allegria!
Ma attenzione: non è un tipo di formaggio, bensì un modo di cucinarlo!
Il nome “Saganaki” deriva dalla padella in cui viene preparato, piccola e con due manici. In quella padella, un generoso pezzo di formaggio viene fritto fino a doratura e poi – nei ristoranti più tradizionali – irrorato con un goccio di liquore (solitamente brandy o ouzo)… e dato alle fiamme!


A quel punto, mentre le fiamme danzano sul piatto, il cameriere esclama il celebre: “Opa!”
Un grido di gioia e celebrazione, che fa parte del rito.
Subito dopo, arriva il tocco finale: una spruzzata di succo di limone spegne la fiamma e dà un profumo agrumato irresistibile
Ed ecco servito un antipasto croccante fuori, morbido dentro, dal sapore deciso e inconfondibile!
Un assaggio di Grecia… che non si dimentica!
Il Saganaki non è solo un piatto: è un’esperienza conviviale, una piccola festa in tavola, un momento di sorpresa che coinvolge tutti.
Porta con sé l’anima greca, fatta di semplicità, gusto e tanta voglia di condividere.
E in fondo… che cos’è il formaggio, se non una scintilla di felicità da accendere ogni giorno?
Quali formaggi si usano per il Saganaki?
Spesso si scelgono formaggi dalla pasta compatta e dal punto di fusione elevato, come:
- Kefalotyri
- Graviera
- Halloumi (più diffuso a Cipro)
- E a volte anche il nostro pecorino stagionato può osare il ruolo, per chi ama fondere le culture mediterranee
Un pizzico di storia: il Saganaki tra padelle e tradizioni
Il nome “Saganaki” deriva dal greco “sagani”, una piccola padella con due manici di origine bizantina. Questo piatto nasce nelle taverne dell’entroterra greco, come piatto semplice e veloce per accompagnare il vino locale . Col tempo, la versione flambé si è diffusa soprattutto nei ristoranti turistici e nei locali più scenografici, diventando un vero simbolo dell’ospitalità ellenica.
Un piccolo rituale da gustare… con il sorriso sulle labbra e il cuore aperto alla festa!
Saganaki… anche a casa? Sì, ma con attenzione!
Per chi desidera ricreare la magia del Saganaki a casa, basta una padella antiaderente, un formaggio adatto (meglio se Kefalotyri, Graviera o un pecorino compatto) e un pizzico di coraggio!
Ecco i passaggi base:
- Infarinare leggermente il formaggio e friggerlo in olio caldo finché non si forma una crosticina dorata e croccante.
- A fuoco spento, versare un cucchiaio di brandy o ouzo e – solo se si è molto esperti e in ambiente sicuro – accendere la fiamma per l’effetto “wow”.
- Infine, spegnere tutto con una generosa spruzzata di succo di limone
- Servire immediatamente, magari con pane caldo o pita.

Piccolo consiglio da amici del formaggio:
La sicurezza prima di tutto!
Meglio evitare fiammate in ambienti chiusi o con cappe accese. Se non si vuole rischiare, il Saganaki è comunque delizioso anche senza fuoco, con il solo contrasto fra croccantezza e acidità del limone!


Con cosa si abbina il Saganaki?
Il suo gusto deciso, salato e agrumato si sposa alla perfezione con i bianchi greci secchi, freschi e aromatici. Ecco alcune chicche da provare:
- Assyrtiko (soprattutto da Santorini): minerale, secco, perfetto con la croccantezza del formaggio
- Moschofilero: leggero, floreale, con note di agrumi che richiamano il limone
- Roditis: delicato e fruttato, per un abbinamento armonioso
- E per chi ama osare, un Retsina tradizionale, con il suo tocco resinoso, può creare un connubio davvero unico
Pronti a dire anche voi un bel “OPA!” dalla cucina di casa?
Il formaggio può anche prendere fuoco, ma la passione per i sapori veri… quella brucia sempre dentro