Nel 2022, i consumi di burro hanno registrato una riduzione del 7% in volume ma un aumento dell’11% in valore, trainato dall’inflazione. Nel 2023, nonostante un aumento del 20% dell’inflazione, si è osservata una diminuzione limitata dei volumi, segnando un ritorno all’andamento pre-Covid dopo il boom pandemico. La categoria del burro si inserisce principalmente nel canale GDO (69% dei volumi), seguito dai discount (30%) e dal dettaglio tradizionale.
Nonostante gli effetti dell’inflazione sui prezzi medi e sui volumi di acquisto, ci sono ancora opportunità di crescita per alcune nicchie, come il burro salato. Tuttavia, la situazione di instabilità, causata dall’instabilità dei costi delle materie prime, continua a impattare il settore. Latteria Soresina, una delle principali aziende del settore, ha risposto a questa sfida con il lancio del burro Soresina LattePanna, basato su caratteristiche innovative e sostenuto da una forte ricerca sui gusti e consumi dei consumatori.
La categoria del burro è dominata principalmente dalla versione tradizionale (circa il 92% dei volumi), con nicchie come il burro leggero/delattosato e il burro biologico che rappresentano una quota minoritaria ma significativa. La segmentazione a scaffale si basa principalmente su pack e formati, con il panetto che rappresenta circa il 95% dei volumi.
Nonostante la concorrenza e l’instabilità del mercato, la produzione nazionale di burro in Italia è in aumento, rappresentando il 5% della produzione UE-27. Tuttavia, la diminuzione dei consumi pro capite rispetto alla media europea e le variazioni nei volumi di import-export indicano una necessità di adattamento e innovazione nel settore.
In conclusione, nonostante le sfide, il mercato del burro offre ancora opportunità per la crescita e l’innovazione, soprattutto attraverso lo sviluppo di prodotti innovativi e la diversificazione dei formati per soddisfare le esigenze mutevoli dei consumatori.